Palloncino e aria fritta terminologica

Un articolo del Corriere della Sera, Via l’inglese dagli ospedali: il Palloncino vola meglio dello Stent [non più disponibile], fa alcune riflessioni sulla terminologia medica ma purtroppo incorre in varie imprecisioni.

L’autore* auspica una semplificazione del linguaggio clinico e come causa della sua scarsa comprensibilità indica la terminologia di origine greca e latina, le sigle e l’“invasività del vocabolario angloamericano”, implicando quindi che la semplificazione sia solo una questione di nomenclatura. Mi sembra però che in questo modo faccia confusione tra linguaggio, lessico generico (parole o vocaboli) e lessico specializzato (termini medici).

In particolare, sono rimasta molto perplessa dagli esempi scelti per concludere l’articolo:

[…] i vari Booster e Follow-up sostituibili da termini equivalenti del vocabolario italiano (la vaccinazione aggiuntiva e il controllo a distanza). Certo, è anche vero che bypass è ormai intraducibile (ridicola suonerebbe una frase tipo: «Ho fatto una deviazione cardiaca»), ma il vecchio caro «palloncino» risultava al malato molto più familiare del gelido stent, che sarà sicuramente più puntuale ma è senza dubbio più arcigno e meno leggero (da pronunciare e da portare).

Si può notare un tipo di errore diffuso tra chi non ha familiarità con il lavoro terminologico e pensa che si debbano tradurre le singole parole in base al loro significato letterale. I termini vanno invece considerati come “etichette” (segni linguistici a volte arbitrari) quindi, seguendo un approccio onomasiologico, si deve identificare il concetto che rappresentano per capire se nella lingua d’arrivo è già stato denominato o, in caso contrario, per trovare una soluzione adeguata che differenzi quel concetto dai concetti correlati già esistenti, preferibilmente evitando “etichette” già usate per altri concetti.

In questo modo sarebbe stato chiaro che il concetto rappresentato da booster è già presente nel lessico comune come [iniezione di] richiamo, che follow-up descrive una serie di visite [ed esami] di controllo (il termine controllo a distanza ha tutt’altro significato), e che palloncino e stent non sono sinonimi ma identificano due concetti correlati: in un’angioplastica, il palloncino è uno degli strumenti usati (temporaneamente) per inserire permanentemente il particolare tipo di protesi che prende il nome di stent.

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* Cfr. Dizionari e neologismi (e credibilità di chi scrive), su un articolo dello stesso autore.

angioplastica

2 commenti su “Palloncino e aria fritta terminologica”

  1. Rose:

    In campo medico l’inglese sta avendo un successone e, bisogna riconoscere che contribuisce a diffondere la lingua. Qui, in paese, ho sentito una signora anziana dire che doveva andare a fare un ‘deiòspitar’ e che era stufa di pagare il ‘tic’ delle medicine.
    Quanto ai giornalisti, oltre a raccontare spesso “aria fritta”, riescono a fare dei bei “fritti misti” tra inglese, italiano e cattive traduzioni.

  2. Licia:

    @Rose, troppi giornalisti sembrano refrattari alle verifiche*, anche se basterebbero pochi minuti per farle, ad es. proprio sul sito del Corriere della Sera si può consultare un Dizionario della salute illustrato.

    Ho preso questo articolo così poco affidabile come esempio perché mi dava lo spunto per sottolineare che il lavoro terminologico è un’attività che non si può dare per scontata: non è sufficiente avere una preparazione linguistica per essere in grado di gestire questioni terminologiche.

    * o, per usare l’anglicismo di turno, il fact checking!
     


     

    Un altro esempio dove chi scrive non sembra essersi preoccupato di fare alcuna verifica o ricerca aggiuntiva, in questo caso non terminologica ma relativa alle informazioni extralinguistiche, si può vedere in Obama e Romney litigano per un pupazzo, dove la notizia americana è stata riprodotta senza fornire alcun dettaglio aggiuntivo che consentisse ai lettori italiani, che non condividono le stesse conoscenze enciclopediche degli americani, di inquadrarla nel giusto contesto. Il giornalista avrebbe dovuto “riempire i vuoti”, ad es. spiegando che tipo di televisione è la PBS e perché è oggetto di polemiche, che Sesame Street è un programma educativo, con protagonisti i Muppet, che ha (avuto) con un ruolo chiave nell’infanzia di milioni di americani, e che Big Bird è appunto un Muppet** (riferimento immediatamente comprensibile per la maggior parte degli italiani): sono tutte informazioni ovvie per chi vive negli Stati Uniti ma non per chi vive in Italia e quindi andavano rese esplicite.

    ** per questioni di copyright non è più la denominazione ufficiale ma si tratta comunque di un pupazzo creato da Jim Henson.

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