labbra a canotto – trout pout

L’espressione labbra a canotto è perfetta per descrivere le labbra eccessivamente gonfiate dalla medicina estetica ma è molto efficace anche l’equivalente inglese trout pout.

tipica bocca di trotaIl verbo e il sostantivo pout identificano l’azione di far sporgere le labbra, tipica di chi è imbronciato ma anche di donne che così facendo vogliono essere sensuali.

In inglese britannico trout (trota) è anche un dispregiativo per descrivere donne non più giovani che risultano irritanti, sgradevoli o poco attraenti.
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Vedi anche: Dracula ha lasciato il segno (due neologismi inglesi per procedure estetiche).

6 commenti su “labbra a canotto – trout pout”

  1. WG:

    Però l’espressione italiana raggiunge di più la moltitudine perchè solo una minima parte di popolazione conosce nei particolari le fattezze di una trota o la sua mimica, ragion per cui preferisco di gran lunga l’espressione “labbra a canotto” ( che tutti sanno cos’è).

  2. Licia:

    @WG, attribuire una certa mimica alla trota è generoso da parte tua :-). Mi ha fatto pensare all’espressione occhi da pesce lesso, che, come raccontavo in un vecchio post, in un corso di italiano della BBC veniva insegnata come epiteto da rivolgere a corteggiatori indesiderati.

  3. Elisa:

    Nella serie televisiva Glee in una canzone Sam veniva chiamato “bocca da trota” (trouty mouth) per le sue labbra.

  4. Licia:

    @Elisa, grazie per il dettaglio, ulteriore indicazione che in culture diverse lo stesso animale può ispirare associazioni antropomorfiche e quindi metafore diverse, ad esempio nei paesi di lingua inglese il particolare caratterizzante della trota sembra essere la bocca, che invece per noi italiani non è un elemento distintivo, come ha fatto notare WG. Mi sembra che in italiano si pensi alla trota soprattutto come a un animale che non ha un’espressione particolarmente intelligente (ad es. “faccia da trota”) ma non saprei dire se il significato figurato fosse già usato anche prima della comparsa sulla scena di “il Trota” Renzo Bossi, soprattutto se si pensa che il soprannome era nato da una battuta di Umberto Bossi sul ruolo di delfino attribuito al figlio e dubito che il padre volesse pubblicamente sottolineare che il proprio figlio non era certo un’aquila 😉 .

  5. Nautilus:

    L’espressione “trota” era in uso certamente anche prima. Un amico di mio padre (originario di Treviso) già più di trent’anni fa era solito chiamare la figlia “trota” quando voleva sottolineare in modo benevolo il fatto che non fosse particolarmente sveglia.

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