(L’)Huffington Post, un nome ancora in rodaggio

immagine della testata (L'Huffington Post) e della casella di ricerca (Cerca in Huffington Post)

È online la versione italiana di The Huffington Post e anch’io ieri ho dato un’occhiata al nuovo sito, senza però riuscire a capire come si scriva il nome italiano.

Il nome va preceduto dall’articolo determinativo, L’Huffington Post oppure no, Huffington Post?
Se l’articolo fa parte del nome, va scritto con la lettera maiuscola, L’Huffington Post, o minuscola, l’Huffington Post (cfr. la Repubblica)?
Se l’articolo fa parte del nome ed è preceduto da preposizione, rimane “interno” e separato dalla preposizione, ad es. in L’Huffington Post, o si può formare una preposizione articolata (articolo “esterno”), ad es. nell’Huffington Post?
Huffington Post e HuffPost sono equivalenti? Quando va aggiunto Italia?

Nel sito si notano incongruenze un po’ ovunque: 

  senza articolo con articolo
(“interno”)
con articolo
(“esterno”)
  testata   n.a.
  testo nella casella di ricerca    
  copyright (piè di pagina)    
  benvenuto della fondatrice  
  editoriale del direttore    
  altri due articoli consultati  
  tag n.a.

Alcuni esempi dal benvenuto di Arianna Huffington e dall’editoriale di Lucia Annunziata:

Benvenuto (preferenza L maiuscola) Editoriale (preferenza l minuscola)
Benvenuti a L’Huffington Post! …per noi, l’Huffington Post Italia
…l’arrivo in Italia di L’Huffington Post …danno vita a l‘HuffPost Italia
…il lancio di L’HuffPost
…nella famiglia dell’HuffPost  

HuffPost FBL’articolo di maggiore rilevanza di ieri titolava invece Intervista di Berlusconi all’Huffington Post e il pulsante di Facebook riguarda gli aggiornamenti dell’HuffPost Italy.

I refusi e le incongruenze mi daranno sempre l’impressione di scarsa accuratezza ma capisco l’obiezione di chi li ritiene poco rilevanti perché non compromettono la comunicazione online. Credo però che tutti concordino che la coerenza del nome con cui ci si presenta è importante, soprattutto se si prevede di avere parecchia visibilità, perché fa parte della propria identità.

Penso che anche nel caso di “un nuovo media per un nuovo mondo” si possa comunque ricorrere al vecchio strumento della guida di stile, eventualmente estraendo alcune linee guida riassuntive per i blogger e i collaboratori che non fanno parte della redazione.  
.

Vedi anche: Manuali di stile e funzione del testo e Guide di stile: giornali inglesi e localizzazione.


Aggiornamento 28 settembre 2012  – Un altro aspetto trattato dai manuali di stile redazionali è la scelta del registro che va usato coerentemente in tutte le comunicazioni (cfr. I registri del Registro delle Opposizioni).

L’Huffington Post ha scelto il pronome allocutivo tu per la propria interfaccia (ad es. Leggi il post, Rispondi, Pubblica un commento), la convenzione più comune nei siti web che interagiscono con il lettore. Se però si segue il link Visualizza le FAQ si nota subito l’incongruenza del pronome allocutivo reverenziale Lei e delle maiuscole di cortesia, formule tipiche di un registro alto e/o burocratico considerate obsolete e fuori luogo nei “nuovi media”. In effetti chi ha composto il testo non sembra avere molta familiarità con questo tipo di registro: una frase come Se i Suoi commenti rendono costantemente o intenzionalmente questa community un luogo meno civile e meno piacevole, Lei e i Suoi commenti verrete eliminati, ad esempio, prevede il verbo alla terza persona plurale.
[via mantellini].

13 commenti su “(L’)Huffington Post, un nome ancora in rodaggio”

  1. .mau.:

    Poi naturalmente ci si chiede se è LO Huffington Post, oppure l’àffintonpost…

  2. Licia:

    @.mau., per me elle apostrofo, senza dubbio! Siamo in Italia, pronuncia italianizzata, come per    /ˈom ˈpeiʤ/   /ˈaiˈfai/     /ˈardwer/     /ˈɛndikap/… 😀

  3. eliana:

    Anche altri hanno problemini simili. Scrivo alla Repubblica o a La Repubblica o a Repubblica? Scrivo a Repubblica.it a La Repubblica.it a larepubblica.it o alla Repubblica.it se cmq l’indirizzo internet è http://www.repubblica.it?
    Sulla homepage per esempio abbiamo nello stesso box “Iscriviti a 1 anno di La Repubblica.it ” e, sotto, un bottone “Repubblica Extra”.

  4. Francesco:

    (H)UFF…quanti problemi! (non potevo non dirlo, scusate!) 😀

    Che nel sito ci siano incongruenze è abbastanza palese, ma penso dipenda anche dall’attenzione che si pone a livello di conduzione editoriale (ma è un prodotto nuovo, forse bisogna ancora dare un po’ di tempo per il rodaggio, sebbene il nome “di peso” susciti aspettative molto alte). Ad esempio, anche nel primo editoriale c’è qualcosa che mi “suona” strano, ma forse è solo una mia impressione…

  5. Carla Crivello:

    Anche l’edizione francese presenta delle incoerenze. E per quanto riguarda la citazione dei titoli delle varie edizioni, meglio sarebbe stato (a mio parere) seguire l’intestazione delle edizioni UK e CA.

    @Eliana. Aggiungo una complicazione all’esempio da te riportato: la citazione delle varie edizioni locali 🙁

  6. Licia:

    Grazie a tutti per i commenti. Forse sono troppo “vecchia scuola” ma per me i dettagli sono ancora importanti e sono convinta che le guide di stile siano uno strumento molto utile. L’Huffington Post mi ha dato lo spunto per parlarne di nuovo e mi è sembrato un buon esempio proprio perché ha una grande visibilità.

  7. .mau.:

    epperò io dico e scrivo “la homepage”, per esempio, anche se hardware e handicap li apostrofo. Non sono coerente 🙂

  8. Licia:

    @.mau. forse è un modo per eliminare l’ambiguità sul genere della parola, visto che di solito per “impostazione predefinita” i prestiti dall’inglese sono maschili? Si fa qualcosa di simile quando si specifica il pronome con alcune forme del congiuntivo (es. che io/tu/lui abbia). Ora che me l’hai fatto notare, in effetti si dice anche la hostess e non l’hostess, e potrebbe essere una conferma che il la è una questione di grammatica e non di pronuncia.

  9. Marco:

    C’è una grande polemica in corso sul fatto che l’HuffPo (come viene amichevolmente chiamato) non paghi i blogger di cui pubblica i contenuti. Immagino che allo stesso modo non paghi qualcuno che curi questi “dettagli”, che anche secondo me sono fondamentali e che io colgo immediatamente. Quando ho visto la testata L’Huffington Post mi si è accapponata la pelle. E ancora di più dopo averletto questo passo del messaggio di benvenuto di Arianna Huffington:
    http://www.huffingtonpost.it/arianna-huffington/benvenuti-a-lhuffington-post_b_1910080.html?utm_hp_ref=italy
    “Io, in particolare, amo la tradizione italiana del “riposo” – ossia quel momento della giornata, nel pomeriggio, in cui i negozi e gli uffici chiudono – e della “passeggiata”, l’usanza di fare due passi la sera, quando le pressioni del giorno lasciano il posto all’aria fresca e al piacere della conversazione.”
    Ma che parte dell’Italia ha visto???

  10. Licia:

    @Marco, anch’io sono rimasta abbastanza perplessa da quel benvenuto. Pensa che quando avevo letto il dettaglio del riposo avevo addirittura pensato che magari nel testo originale inglese ci fosse la parola siesta e “riposo” fosse l’adattamento in italiano del traduttore (pensa se avesse scritto pisolino o pennichella!). Però non mi sembra plausibile che una persona ai livelli di A.H, che tra l’altro è nata e cresciuta in Europa, condivida lo stereotipo di tutti quegli americani che davvero pensano che noi italiani facciamo sempre la siesta.
    Mi pare comunque di avere sentito che durante la conferenza stampa di presentazione A.H. abbia citato ripetutamente la Dolce Vita (!), dicendo che vogliono “tradurla nel mondo” o qualcosa del genere… Se così fosse, c’è davvero da chiedersi che parte dell’Italia abbia visto!

    A proposito di attenzione ai dettagli e lavoro presumibilmente non pagato, leggendo la pagina FAQ si ha proprio l’impressione di una traduzione non professionale: ci sono vari problemi di registro e di grammatica e parecchie imprecisioni, ad esempio frasi come
    D: Posso includere gli HTML nei miei commenti?
    R: Eliminiamo tutto gli HTML dai commenti per mantenere una formattazione coerente.
    fanno pensare che chi ha scritto il testo in italiano ignori il significato di HTML…

  11. Francesco:

    Dico la mia: credo che quello di Arianna sia un editoriale “standard”, un benvenuto pieno di luoghi comuni, da leggere e poi stop, non un editoriale da salvare e tramandare ai posteri, ecco. Tra l’altro gli Italiani potrebbero rimanere infastiditi da questo ritratto che si fa del loro Paese: insomma, non mi pare una scelta azzeccatissima. Ma credo che ci sia un divario di fondo tra il potenziale della testata e le scelte editoriali (non me ne voglia, ma Direttore in testa) intraprese. Insomma, vedremo: intanto l’Huff è finito nei miei Preferiti….

  12. Gerlando:

    Onestamente, della frase “Lei e i Suoi commenti verrete eliminati” l’uso del “Lei” è l’ultima cosa che mi turba.

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