Italia-Inghilterra: pareggio (di stereotipi)

tifoso inglese e tifoso italianoNon guarderò la partita Italia-Inghilterra ma mi sono divertita a leggere la prima parte di Snooty England versus dodgy* Italy: a look behind Euro 2012 stereotypes di Tobias Jones, giornalista inglese che ha vissuto a lungo in Italia e che quindi conosce bene gli stereotipi di entrambi i paesi (ad es. che gli italiani sono ipocondriaci e ossessionati dalla propria digestione).  

Jones ammette che in alcuni casi c’è un fondo di verità. A proposito degli standard igienici inglesi, che noi italiani consideriamo nettamente inferiori, fa uno dei miei esempi preferiti, i bagni, raccontando che a un programma inglese di ristrutturazione di interni veniva consigliato di usare moquette marrone in bagno perché così si vede meno lo sporco…
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* Una nota sull’aggettivo dodgy: può voler dire inaffidabile e disonesto (ma anche rischioso, poco sicuro, che funziona male, di cattiva qualità) ed è usatissimo in Regno Unito e Irlanda ma non negli Stati Uniti, dove non viene sempre interpretato correttamente.
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Vedi anche: Carta igienica inglese e E-Bidet e differenze culturali.
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4 commenti su “Italia-Inghilterra: pareggio (di stereotipi)”

  1. Nautilus:

    La mia prima esperienza in Inghilterra è stata a Bournemouth nel 1984. La famiglia presso cui stavo mi permetteva di fare la doccia solo due volte la settimana, mentre io ero abituato a farla due volte al giorno, tutti i giorni. Nella relazione finale il capofamiglia ha avuto il coraggio di scrivere di me “very very clean person”, arghhhhhh!!!

    La seconda esperienza è stata l’anno successivo a Winchester. Lì avevano l’abitudine di stirare i vestiti (per fortuna non i miei, i loro) per terra, su una moquette sporca e coperta di peli del loro cane.

    Cenni di civiltà igienica li ho trovati solo il terzo anno a Londra, in una famiglia decente del quartiere Uxbridge.

  2. Licia

    @Nautilus, nel primo caso ti è andata bene che la doccia esisteva! Nella maggior parte delle case dove ero stata io invece c’era solo la vasca, spesso contrassegnata da una riga scura all’altezza del punto fino a dove veniva riempita… Una cosa che mi aveva molto colpita la prima volta che ero stata in Inghilterra era l’enorme quantità di body lotion in vendita da Boots e posti simili, poi avevo capito che serviva a ovviare alla mancanza di docce frequenti!

    Va anche detto che facendo i corsi di inglese spesso si capita in famiglie dagli standard bassi per qualsiasi aspetto della vita quotidiana. Lo so bene perché, oltre a qualche corso che avevo fatto io, per qualche anno come lavoro estivo avevo accompagnato i ragazzini in Inghilterra, e oltre alla mia famiglia spesso avevo modo di conoscere anche le loro, quindi se mi dovessi basare solo su quello che avevo visto in quelle occasioni, la mia idea dell’Inghilterra sarebbe alquanto distorta.

    Però anch’io ho visto chi stirava per terra sulla moquette!! Poi posso aggiungere pettine e utensili da cucina nello stesso cassetto oppure ciotole del cane non lavate, ma semplicemente da lui leccate, conservate assieme alle stoviglie della famiglia, e queste sono solo le prime cose che mi vengono in mente. Ovviamente c’è il noto dettaglio delle stoviglie lavate a mano e MAI risciacquate, così i residui di Fairy Liquid rendono le pietanze più saporite…

    Meglio che mi fermi qui, però, a proposito di peli di cane, non posso dimenticare la gentilissima signora che molto orgogliosa mi aveva fatto vedere il maglioncino ottenuto con i peli del proprio cane, raccolti amorevolmente negli anni e poi convertiti in filato da un’azienda apposita.

  3. Nautilus:

    Accidenti, questa del maglioncino con peli di cane va oltre ogni immaginazione! A proposito, la doccia a cui facevo riferimento io era una vasca da bagno con doccetta e anch’io ricordo la famosa riga blu. Per quanto riguarda i piatti giuro che il primo anno io e l’ospite catalano che viveva con me (il buon Miguel, indipendentista fino al midollo già a quella tenera età) ci eravamo offerti di lavarli noi tutte le sere proprio per la questione del mancato risciacquo.

    Due altre cose che mi hanno colpito sono state le seguenti: ogni tanto trovavo per casa dei bigliettini con scritte del tutto errate, come se chi mi dava ospitalità non fosse in grado di scrivere correttamente la propria lingua (amici presso altre famiglie mi hanno confermato di aver notato la stessa cosa). Inoltre ricordo un pasticcio di carne (servitomi come dolce) che mi ha suscitato conati di vomito per quasi una settimana: fuori era apparentemente cotto, ma il ripieno era di carne trita cruda!

    Ma ci sono stati anche un sacco di ricordi positivi e, per restare in ambito culinario, il pollo della domenica era fantastico (o almeno così mi appariva).

  4. Licia:

    @Nautilus, anch’io ho ricordi molto positivi, ad es. Rosemary e Colin di Hastings, con una vera passione per la cucina (si mangiava benissimo e abbondante) ma la maggior parte delle famiglie dove sono stata le ho completamente rimosse, ricordo solo alcuni particolari, come ad es. le lenzuola viola di nylon che facevano scintille ogni volta che ci si muoveva nel letto.
    E il tuo pasticcio di carne mi ha fatto tornare in mente il mio primo soggiorno in Inghilterra, da una famiglia peraltro molto simpatica, parecchi anni fa, quindi prima che l’inglese medio scoprisse la cucina degli altri paesi. Un giorno era arrivata la suocera con un pacchetto di pasta, dicendo che l’aveva provata ma proprio non le era piaciuta e che, saputo che c’erano ospiti due italiane, aveva pensato che invece noi avremmo apprezzato. La signora aveva subito detto che ce l’avrebbe preparata per cena. Arrivata l’ora di mangiare, però, ci aveva servito il solito meat and veg e avevamo concluso che avesse cambiato idea. Ma al momento del dessert, SORPRESA! Sono arrivate in tavola ciotole di penne stracotte nel latte con sopra marmellata di ciliegie e cannella. Una cosa così disgustosa non l’avevo mai mangiata, da incubo davvero.

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