drama ≠ dramma

La pubblicità per un nuovo canale di una TV belga è incentrata su un pulsante indicato da una freccia con la scritta Push to add drama e si conclude con lo slogan We know drama.

Il sito italiano dove ho visto il video ha titolato Schiaccia il pulsante per aggiungere dramma ma è incappato in un falso amico.

Il senso figurato nelle due lingue è infatti alquanto diverso:

  • in italiano dramma indica una vicenda triste e dolorosa oppure, con valore iperbolico, un problema o una grossa difficoltà
  • in inglese drama descrive qualcosa di particolarmente insolito, emozionante, coinvolgente o che è impossibile non notare (come quello che succede nella pubblicità belga)

In italiano prevalgono le connotazioni negative di evento tragico, mentre in inglese quelle di eccezionalità di un evento, spesso positive.


Nei commenti qui sotto altri dettagli ed esempi sui diversi usi e accezioni di drama, tra cui drama queen – chi si comporta in maniera molto teatrale (e irrazionale) ed esagera qualsiasi situazione, ad es. facendola apparire molto più grave di quel che è in realtà – e un riferimento alla frase No drama Obama.


dramatic ≠ drammatico

Si nota una differenza simile tra gli aggettivi (e gli avverbi corrispondent dramatically e drammaticamente).

  • in inglese dramatic descrive qualcosa di sorprendente, che si fa notare e che è in grado di suscitare forti emozioni (spesso è sinonimo di exciting); se riferito a un evento, indica che è improvviso e rimarchevole (ad es. a dramatic increase in price)
  • in italiano drammatico indica invece qualcosa di tragico, doloroso e con una probabile evoluzione infausta

In inglese, ad esempio, spesso si dice dramatic per descrivere un luogo naturale di grande effetto, come la vista in cima a Vulcano della foto:

Vulcano

In italiano risulta invece difficile pensare a un paesaggio come *drammatico.

16 commenti su “drama ≠ dramma”

  1. Vlad:

    Di questi tempi, ci manca solo il bottone per aggiungere altro dramma in tv! 🙂
    Probabilmente se la potevano cavare con “emozione”.

  2. Francesco:

    Qui la soluzione proposta da cadoinpiedi.it…beh, è sempre un’alternativa al dramma! 😀

  3. Licia:

    @Vlad, mi sembra una buona soluzione, anche al plurale, per spiegare il significato dello spot.

    @Francesco, grazie per il riferimento, hanno fatto una scelta davvero particolare (Premi il pulsante per scatenare il "Drama", poi spiegato nel testo come “messinscena”). Oltre a questa ne ho cercate altre e mi sembra che nessuno abbia recepito la differenza tra inglese e italiano, ad es. Repubblica titola Un pulsante rosso in mezzo alla città: ”Scatenate il drammae nel testo cambia in "Premere per scatenare un dramma" e spiega che si tratta di un canale dedicato a serie TV drammatiche; il Messaggero titola Vuoi un dramma? Premi il pulsante: e lo spot è già cult e nel testo aggiunge una volta schiacciato il bottone il regista grida "azione" e la scena ha inizio. Lo slogan è efficace, e lo spot lo dimostra: «We know drama». In newnotizie si legge invece Aggiungi dramma in città e Schiaccia il bottone per aggiungere un po’ di dramma.

    Credo che se si facesse vedere il video a un italiano e gli si chiedesse di descrivere cosa succede, nessuno userebbe la parola dramma, probabilmente verrebbe in mente azione / film di azione e quindi, per un’eventuale localizzazione del cartello Push to add drama (diversa dalla presentazione dello spot originale a un pubblico italiano, come nell’esempio qui sopra) si potrebbe pensare a una soluzione con la parola azione, ad es. Premi per passare all’azione o qualcosa del genere.

    [a quanto pare la TV è americana e non belga, anche se la pubblicità pare rivolta comunque a un pubblico belga; sarebbe interessante capire se in Belgio il messaggio espresso da drama in inglese viene interpretato correttamente sia da chi è di madrelingua francese che da chi è di madrelingua fiamminga]

  4. Anna Laura:

    Mi pare di ricordare che qualche anno fa i giornali italiani avevano tradotto “no drama” nello slogan OBAMA NO DRAMA con “nessuna tragedia” o “niente tragedie”.

  5. Licia:

    @Anna Laura, grazie, bell’esempio: anche in questo caso, non c’entrano molto né tragedie né drammi – a meno che non si pensi al modo di dire italiano non farne un dramma – ma la capacità di mantenere sempre calma e sangue freddo (stay cool under pressure).

    No drama mi fa venire in mente un’espressione inglese che ho sempre trovato molto efficace, drama queen, usata per descrivere un atteggiamento diametralmente opposto a quello con cui si propone(va) Obama: drama queen è chi si comporta in maniera molto teatrale (e irrazionale) ed esagera qualsiasi situazione, ad es. facendola apparire molto più grave di quel che è in realtà. Viene anche in mente il concetto di sceneggiata.

  6. Licia:

    @Marco, grazie, ulteriore esempio delle parecchie sfumature di significato di drama, in questo contesto direi che prevale l’accezione relativa a “brutte sorprese”, “emozioni negative” e forse anche “crisi”.

  7. Francesco:

    Può essere che interpreti anche troppo l’inconscio di chi ha scritto i titoli “nostrani”, ma secondo me l’associazione drama-dramma nasce soprattutto perché si vede l’ambulanza! Mi sbaglierò? 🙂

    OT: e comunque la sequenza nel video al minuto 0:43 è palesemente copiata da una delle più belle scene dei Simpson!

  8. Licia:

    @Francesco, grazie per l’OT!
    In effetti la vista di un’ambulanza è sempre preoccupante, però a me quella della pubblicità ha fatto l’effetto opposto, forse perché sono stata volontaria in ambulanza: quando ho visto la pseudo barella, ho pensato subito “farsa” 😀

    @matt, un ottimo esempio di valore iperbolico. Povere olgettine, un vero dramma!

  9. Rose:

    “Premi il bottone per aggiungere emozione”.
    Suona già come uno slogan.
    Certo che non sanno più cosa inventare!

  10. rossa:

    A proposito di “dramatic”: gira in questo momento la pubblicità di un nuovo programma su real time tv (Sky) in cui l’architetto/agente immobiliare Paola Marella annuncia che ci faranno vedere “drammatiche ristrutturazioni”… aaaarghhh…

  11. Licia:

    @rossa, sarei proprio curiosa di vedere queste ristrutturazioni!!


    Aggiungo un esempio di un articolo inglese che ho appena letto e che mi sembra illustri bene la differenza di significato tra drama in inglese e dramma in italiano.

    In attesa delle olimpiadi di Londra, The Guardian sta pubblicando 50 stunning Olympic moments, una serie di articoli descritta con We dip into the archives to take another look at some of the most dramatic moments in the history of the Games.

    Alcuni brani dall’articolo sulle olimpiadi di Roma, Abebe Bikila runs barefoot into history, che descrive il trionfo dell’atleta etiope:

    Breaking with the tradition of daytime Olympic marathons that concluded in the stadium, the early evening start maximized the spectacle as the athletes negotiated 8km of the cypress-tree-lined Appian Way, in darkness. As Bikila’s bare feet rhythmically kissed the uneven stones, the half moonlight, the illuminated ancient Roman monuments and hundreds of torch-bearing soldiers intensified the atmosphere and added to the drama.  […]

    Transcending his lack of shoes, for which he is most fondly remembered, he dramatically closed the final event under the lights and arch of a long-departed emperor […]

    "It is a scene to remember – a moment of theatrical drama; a moment so unusual in modern world athletics, when a virtual unknown from an insignificant country crosses the seas and conquers the heroes. This […] was an historic Olympic marathon both in terms of performance and backcloth […] its drama was in its setting, presentation and outcome." […]

    Bikila, this tiny, barefoot former colonial subject, mixed the unexpected with drama to create a scriptwriter’s dream and become the greatest symbol of the new, rejuvenated, post-Fascist country.

    In un contesto come questo, credo che solo chi non presta attenzione al significato del testo di partenza potrebbe tradurre drama con dramma.

  12. Licia:

    @rossa :-D 
    Una volta però mi è capitato di vedere una trasmissione americana in cui veniva rifatta la casa a una famiglia numerosa a cui erano capitate varie disgrazie (oltretutto erano anche molto obesi, ma immagino che quello fosse nella norma dalle loro parti). Vivevano in una casa che era letteralmente marcia, con le pareti ricoperte di muffa, e forse in quel caso l’aggettivo drammatico non sarebbe stato fuori luogo (anche per il risultato finale, tragicamente kitsch).

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