design ≠ design

Il doodle di Google del 20 marzo festeggia il primo giorno di primavera astronomica. Nella descrizione inglese appare l’informazione Design by Marimekko.

Design di Marimekko

La traduzione italiana, Design di Marimekko, non mi sembra corretta.

In italiano il prestito design può significare “processo di progettazione, ideazione, ricerca creativa” oppure “aspetto o forma di un oggetto di produzione industriale che risponde a specifici criteri estetici e funzionali”.

In inglese la parola design ha anche altre accezioni che descrivono vari tipi di rappresentazione grafica, quali motivi ornamentali e artistici (ad es. a floral design, an abstract design) o schizzi o progetti, sia preliminari che definitivi (ad es. the design of the new building, designs for aircrafts) e che in italiano possono avere un equivalente nella parola disegno.

L’azienda finlandese Marimekko, nota soprattutto per i tessuti, produce anche oggetti di design, però non credo che un singolo doodle possa essere considerato tale. Si sarebbe comunque potuto dire disegnato da Marimekko.


Etimologia: design deriva da disegno e quindi in italiano le due parole sono allotropi.

8 commenti su “design ≠ design”

  1. Mara:

    Sono d’accordo. In italiano Design by/di fa venire in mente ideato da, non disegnato da (per l’assurdo uso delle parole/locuzioni straniere in italiano :).

  2. Stefano:

    E stavolta non so se te l’appoggio appieno, sai Licia? Concordo sulle accezioni italiane che hai identificato ed è proprio per questo che, per traslato, mi viene automatico far cadere quest’applicazione nella seconda – da ben due prospettive: Marimekko si occupa di tessuti stampati e, nel gergo del settore, ormai da vent’anni si usa “design” come termine raccoglitore semplificativo per riferirsi a motivo e disegno; e perché qui Marimekko ha rielaborato il marchio di Google, altra operazione dove “design” è pertinente o perlomeno molto usato. Insomma, hai beccato una bella area grigia!

  3. Licia:

    Ciao Stefano,
    la parola chiave è proprio gergo del settore: secondo me Google si rivolge a un pubblico generico e quindi le parole usate nelle descrizioni, se non specificato diversamente, vanno interpretate in base alle accezioni che hanno nel lessico comune (generico) e non come termini di un linguaggio speciale (tecnico-scientifico o settoriale).

  4. Stefano:

    Eppure, se mi porti un marchio creato o rielaborato e mi dici che “il design è di”, mi suona naturale. Mi sembra un’accezione accettabile e non solo gergale. Anche se, onestamente, non so come ti avrei risposto vent’anni fa

  5. Licia:

    @Stefano, per me design di un marchio (o di un logo) può far pensare all’attività di ideazione, sviluppo e realizzazione del marchio (significato 1) ma non al suo aspetto finale (significato 2), perché in questo caso, secondo me, si parla di design di oggetti tangibili, tridimensionali e prodotti in serie [aggiungo un esempio: un modello di smartphone con la scocca decorata dai fiori Unikko, come quello azzurro qui sopra a sinistra, per me sarebbe designed by Marimekko, ma non il doodle, che è semplicemente un disegno e ce n’è un unico esemplare].
    È probabile comunque che ulteriori significati, al momento ancora forme di calco, stiano passando dai linguaggi settoriali anche al lessico comune e quindi verrano registrati anche dai dizionari di italiano.

    @Suomitaly, davvero gustoso questo dettaglio delle possibili rivalità tra vicini, specialmente nel campo del design!

  6. Nautilus:

    Sull’argomento sono in questo caso d’accordo con le idee espresse da Stefano; tuttavia approfitto di questo spazio per riferire come in alcune realtà aziendali (per esempio la multinazionale di telefonia per cui lavoro) va diffondendosi l’uso del verbo “disegnare” nel significato di “progettare” (dall’accezione principale dell’inglese “to design”). Mi si lasci dire che trovo questa scelta orribile e inopportuna.

I commenti sono chiusi.