populism ≠ populismo

In un articolo commemorativo su Whitney Houston la rivista americana TIME scrive:

« Houston, who died Feb. 11 [2012] at 48, was a populist above all. The music she chose to sing was a careful but thrilling blend of gospel, soul and pop that made her a staple of dance clubs and light-rock stations and helped her become America’s fourth-best-selling female artist of all time. […] And she used her voice to reach the broadest audience she could […]»

L’ho letto in treno e mi è venuto subito in mente un commento a Trenitalia o Trenispagna?, in cui linus fa notare un potenziale falso amico:

« i termini “populism” e “populismo” hanno significati diversi: in inglese il termine è positivo e significa “fare gli interessi delle persone comuni”, mentre in italiano è negativo e significa “convincere con propaganda demagogica il popolo” […] Una traduzione sbagliata rischia di diventare un concetto, sbagliato!»

I dizionari monolingui mostrano che il significato primario di populism / populist in inglese, dove prevale un’accezione neutra come nell’esempio di Whitney Houston (“non elitaria”), non coincide con il significato di populismo / populista in italiano, dove prevale un’accezione spregiativa (cfr. LDOCE, Macmillan per l’inglese e Treccani, Sabatini Coletti per l’italiano). I dizionari bilingui, invece, non registrano la differenza*.

Linus citava in particolare un intervento di Gianni Riotta, presumo relativo all’articolo Populista e tecnocratico il leader che verrà, in cui il giornalista italiano riprende il saggio di un politologo americano, Francis Fukuyama, e conclude:

« Fukuyama idealizza un “populismo tecnocratico”, che protegga il ceto medio, colonna della democrazia, grazie a politiche economiche realistiche, contenere gli eccessi del mercato, accettare la globalizzazione senza protezionismo ma difendere i più deboli, a scuola, sul lavoro, nelle pensioni e sanità da una corsa che li esclude. Tecnocratico perché senza sviluppo e tecnologia la ricchezza non si crea, ma populista perché senza un cuore e una rabbia vera a difesa del ceto medio e dei lavoratori, la ricetta economica globale non parla e non mobilita i cittadini, svuotando la democrazia ed esponendola a quei virus autoritari che credevamo distrutti!»

In questo contesto populismo e populista caratterizzano una situazione auspicabile e quindi non hanno le connotazioni negative di solito presenti in italiano: sembrerebbe che Riotta abbia tradotto letteralmente dall’inglese, senza notare alcuna incongruenza (e peraltro senza segnalare che negli Stati Uniti, in un contesto politico, la parola populism porta con sé anche precisi riferimenti storici, cfr. People’s Party).

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Aggiornamento novembre 2013 I problemi del populismo: parole di Enrico Letta fraintese dai lettori di The Guardian e prima ancora da quelli di The New York Times (cfr. commenti).

Aggiornamento 2016 – Negli ultimi anni in contesti politici di lingua inglese il termine populism e l’aggettivo populist vengono usati sempre più spesso con connotazioni negative, simili a quelle attribuite in italiano, in particolare in seguito all’affermazione di partiti xenofobi di estrema destra in molti paesi europei (ma anche di movimenti politici di sinistra come Syriza in Grecia e Podemos in Spain, descritti come leftwing populist). 

In contesti generici (lessico comune) per l’aggettivo populist prevale ancora l’accezione neutra, come mostra questa osservazione in un articolo americano di maggio 2016 sull’enorme popolarità (oltre 100 milioni di visualizzazioni) del video di una donna presa da risate irrefrenabili:

“Meanwhile, the Chewbacca mask video is an experience whose value isn’t bound up in its climax. Plus, it’s spontaneous, not staged by a media company, which gives it a candid, populist appeal,” he said.
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* Sono tuttora influenzata dal martellamento subito all’università: evitare di usare i dizionari bilingui, che non sempre evidenziano le sfumature di significato, e preferire il confronto delle voci di dizionari monolingui per capire se due parole apparentemente equivalenti hanno effettivamente le stesse connotazioni in due lingue diverse. Per chi opera professionalmente in ambito linguistico, la conoscenza della propria lingua e l’attenzione per le parole dell’altra lingua nel contesto in cui appaiono (cfr. esempio iniziale) dovrebbero chiarire le differenze d’uso anche senza ricorrere ai dizionari: ne accennavo in visionary ≠ visionario, in idiosyncrasy ≠ idiosincrasia e a proposito di impressive e impressionante.
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Vedi anche: popularism ≠ popularismo.

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5 commenti su “populism ≠ populismo”

  1. .mau.:

    in realtà un buon dizionario bilingue (e ormai che la carta non è più necessaria non dovrebbe essere un problema…) dovrebbe mettere abbastanza esempi per permettere di capire l’uso pratico.

  2. Licia:

    @.mau. sono del tutto d’accordo, anche se a volte troppi esempi scoraggiano la consultazione, ma ho la sensazione che ancora per un po’ le versioni cartacee e digitali dei dizionari continueranno a coincidere, perlomeno in Italia (e ho l’impressione che sia poco probabile che le voci di questo tipo vengano attivamente riviste, a meno che non arrivi una segnalazione specifica).

  3. linus:

    Certo che in questo caso non c’è un esempio in cui il significato coincide! Hanno proprio un senso diverso, e non poco…

  4. Silvia Pareschi:

    Ciao Licia, sto traducendo un romanzo in cui si nomina il “populist president” della Bolivia Evo Morales, che in effetti potrebbe essere definito populista anche nel senso italiano che citi tu. Cercando sui dizionari monolingui, per esempio il Collins, trovo anche “noun: a person, esp a politician, who appeals to the interests or prejudices of ordinary people”, che di nuovo corrisponde al nostro senso di populista. Inoltre mio marito, che come sai è scrittore e americano, dice che il senso attribuito alla parola dipende da chi la usa e con quale intenzione, ma che lui l’ha sentita usare più spesso con valore negativo. Insomma, forse quel falso amico non è poi così falso… 🙂

  5. Licia

    @Silvia, grazie, ho notato anch’io che ultimamente nei media di lingua inglese si discute spesso di populismo in contesti politici, e con il significato che gli attribuiamo in italiano. Direi che coesistono due accezioni, non sempre facilmente distinguibili: quella delle parole populist  / populism nel lessico comune (esempio Whitney Houston nel post) e quella invece dei termini populist  / populism in contesti politici e sociologici.  Un paio di esempi da The Guardian: la sezione The populist (“The guide’s guide to cultural goings on, goings up and goings down”), parola nell’accezione neutra,  e articoli come The problem with populism, dove invece si tratta del termine con il significato politico.

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