Animali volanti e decodifiche aberranti

Zits è una striscia americana che ha per protagonisti Jeremy, tipico adolescente, e i suoi genitori. Un esempio recente in cui la madre stupefatta racconta al padre che il figlio ha pulito il bagno di sua spontanea volontà:

striscia Zits

Questa striscia richiede la cooperazione del lettore, che deve riempire gli spazi vuoti del “non detto” richiamando un’espressione dell’inglese americano*, when pigs fly (si dice per sottolineare che si ritiene inverosimile che un particolare evento si verifichi).  

Se Zits fosse pubblicato in Italia, sarei curiosa di vedere la traduzione italiana.

Si potrebbe osservare che il testo non presenta difficoltà e anche se si perde il riferimento specifico all’espressione idiomatica americana, rimane quello più generico di “irrealtà”, “allucinazione” che dovrebbe mantenere il meccanismo umoristico, seppure attenuato.

Chi traduce dovrebbe però valutare il rischio di decodifica aberrante, che avviene quando la comprensione del messaggio da parte del destinatario non corrisponde alle intenzioni comunicative dell’emittente. Si può avere un’interpretazione distorta o errata, ad esempio, quando emittente e destinatario usano codici diversi che assegnano significati diversi agli stessi significanti.

Il lettore formula inferenze sul “non detto” ricorrendo alle sue conoscenze enciclopediche. Può verificarsi una decodifica aberrante della striscia tradotta se il lettore italiano meno giovane, in mancanza di altri riferimenti, interpreta l’immagine dei maiali associandole il significato reso comune da un romanzo molto discusso anni fa, Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti (la fascia di età di Jeremy).

Non so se sia fattibile, ma si potrebbe ottenere un effetto equivalente all’originale ed evitare il rischio di decodifiche aberranti ridisegnando parte delle vignette per sostituire i maiali con un asino e creare così un riferimento alla metafora italiana dell’asino che vola.

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Sulla cooperazione del lettore, vedi anche: Il “non detto” su Marte (vignette che sfruttano la stessa idea ma la realizzano in modo diverso perché presumono lettori con competenze diverse) e Charlie Brown, l’ortografia e la sillabazione (traduzione comunicativa: i riferimenti non riconoscibili di una cultura vengono sostituiti con altri più familiari nella cultura di arrivo).


* in inglese britannico c’è un’espressione simile, pigs might fly, ma si usa soprattutto come commento a un’affermazione che si pensa non stia né in cielo né in terra o per indicare che qualcosa è inverosimile: Yes, and pigs might fly! equivale all’incirca a Sì, e io sono Babbo Natale! oppure, più recente, …e poi c’era la marmotta che confezionava la cioccolata.

6 commenti su “Animali volanti e decodifiche aberranti”

  1. Silvia Pareschi:

    Trattasi di classico esempio di incubo del traduttore. E a proposito di incubi, eccone uno con cui sono alle prese in questo periodo. Scuola ebraica ortodossa di New York. Gruppetto di ragazzini seduti in cerchio a fumare marijuana. Uno di loro guarda solo e non fuma mai, e quando gli arriva la canna la passa sempre. Il suo soprannome? “Passover”. Ho provato di tutto per tradurlo in modo accettabile, ma invano. L’autore mi ha promesso di cambiare il testo, fornendomi una versione alternativa che sia traducibile senza problemi. Vedremo cosa escogiterà!

  2. Licia:

    @Silvia, ci credo sia un incubo, non solo un gioco di parole ma anche riferimenti alla cultura ebraica, con cui non sono molti i lettori italiani ad avere familiarità!

    Mi hai fatto ricordare una mia visita ad amici a New York, quando ero andata al reading di un lavoro teatrale di un loro vicino di casa. Era un pezzo brillante che aveva a che fare con una famiglia ebraica e per me era stata un’esperienza davvero strana perché tutti i presenti ridevano di gusto mentre io capivo cosa veniva detto ma non perché faceva ridere…

    Aggiornamento 21 dicembre 2011, una vignetta con riferimenti ebraici e gioco di parole light/plight:

  3. zimbricchio:

    ma zits esiste in italia, e’ pubblicato su linus.

    sempre su linus, ricordo che una volta il traduttore di Doonesbury si trovo’ di fronte ad una striscia intraducibile e ebbe la geniale idea di pubblicarla in lingua originale chiedendo ai lettori di proporre una loro versione.

    la battuta finale viene da due possibili sensi del verbo “to date”.
    cioe’ “invecchiare” e “avere una relazione sessuale” (che a sua volta deriva da “to date someone” cioe’ “avere un appuntamento romantico”).

    non riesco a trovare la striscia su internet ma ho trovato una descrizione abbastanza fedele:

    In the “Doonesbury” strip at issue, two regular characters, former 1960s radical the Rev. Scot Sloan and his younger housemate, Barbara Ann “Boopsie” Boopstein, sit at the kitchen table in the house they share. Sloan, reading a newspaper, mentions a story about the study suggesting masturbation can help prevent prostate cancer.

    “Hey!” Boopsie responds. “Enough of that.”

    When Sloan asks why, Boopsie says, “Talk like that makes me uncomfortable! People shouldn’t sit around talking about sex like it’s just the weather! It’s just not appropriate!”

    Sloan dismisses her concerns by saying, “You’re dating yourself, Boopsie.” Another housemate, Zonker Harris, arrives in time to add, “Hey, did you guys hear self-dating prevents cancer?”

  4. Licia:

    @Silvia: tienici informati!

    @zimbricchio: grazie, avevo fatto affidamento su Wikipedia che diceva che la striscia non era più pubblicata su linus, vedo di aggiornare il testo.
    E grazie anche per l’esempio, sarei curiosa di sapere se c’era stato qualche suggerimento particolarmente riuscito.

  5. zimbricchio:

    be’ forse wikipedia e’ piu’ aggiornata di me, e’ da tanto che non compro linus, sorry :/

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