Censimento 2011: linguaggio poco comprensibile

Dopo aver letto Il lavoro domestico è soltanto un hobby, riflessioni di Bruno Gambarotta sul questionario per il censimento 2011, ho dato un’occhiata al plico ricevuto dall’ISTAT.

Probabilmente gli autori dei testi non apprezzano molto la semplificazione del linguaggio amministrativo* e non hanno mai parlato con qualche rilevatore di censimento, altrimenti saprebbero che alcune parti dei documenti sono ai limiti della comprensibilità.

Nella lettera informativa, ad esempio, c’è una frase che credo di aver interpretato correttamente solo dopo averla letta un paio di volte: 

“A tale proposito la informo che, mentre i dati censuari potranno essere diffusi, privi degli identificativi diretti, anche con frequenza inferiore alle tre unità, ciò non si applica ai dati di natura sensibile”

Non è difficile immaginare l’effetto su chi ha meno dimestichezza con questo tipo di linguaggio. Ne so qualcosa: il mio primo lavoro era stato proprio quello di rilevatrice di censimento e avevo dovuto completare io più della metà dei moduli perché molte persone non avevano capito le istruzioni e per paura di sbagliare avevano preferito aspettare me.

A quanto pare, semplicità di comunicazione e chiarezza dei contenuti non sono ancora diventate una priorità, nemmeno per le domande e risposte all’inizio del questionario. Ad esempio, ecco cosa si legge a fianco di Sono obbligato a rispondere?:

Sì, l’obbligo di risposta per il Censimento è sancito dall’art. 7 del d.lgs. n. 322/1989. Tuttavia la normativa vigente prevede la facoltà di rispondere o meno alle domande riguardanti dati sensibili (n. 8.1 - 8.4 Sez. II).

Si direbbe che sia stata privilegiata la caratteristica del linguaggio burocratico per cui la trasmissione dei contenuti “sembra spesso subordinata all’obiettivo di stabilire con il destinatario una relazione asimmetrica che evidenzi, attraverso un tono ufficiale e autorevole, la posizione di superiorità dell’emittente sul destinatario” (dal Dizionario di stile e scrittura).

Prevedo molto lavoro per chi dovrà fornire assistenza alla compilazione


Aggiornamento: ho aggiunto altre osservazioni in …ancora sul censimento e Biffatura (o le beffe del censimento).

* Per approfondimenti sul linguaggio amministrativo e sulla sua semplificazione
* suggerisco lo speciale Nella nebbia del burocratese del Portale Treccani.

2 commenti su “Censimento 2011: linguaggio poco comprensibile”

  1. Carla Crivello:

    Non ho ancora letto il questionario ma, sulla base delle tue anticipazioni, mi preparo 😉
    Grazie per avermi fatto scoprire la sezione della Treccani dedicata al linguaggio amministrativo; anch’io suggerisco un utile documento (del 2002): “30 Regole per scrivere testi amministrativi chiari” di Michele A. Cortelazzo e Federica Pellegrino http://www.maldura.unipd.it/buro/
    Carla

  2. Licia:

    @Carla, grazie, molto utile. Intanto ho pubblicato un nuovo post, che accenna proprio alla semplificazione: ho scoperto che sul sito dell’ISTAT la sanno fare!

    PS Ho aggiunto il link al nuovo post.

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