Una casa shabby al punto giusto…

Ho tra le mani il numero di luglio 2010 di una rivista di arredamento non specializzata, destinata a chi vive in case di piccole e medie dimensioni. Ha una grafica accattivante ed è molto piacevole da sfogliare, però prima ancora che i mobili ho notato l’uso massiccio di parole inglesi, ben oltre i prevedibili look, trendy, hi-tech e altri prestiti ormai comuni in italiano (il famigerato itanglese).

Qualche esempio di anglicismi superflui (corsivi miei):

in stile navy, stile British, dondolo old style
rigorosamente white&blue, black&white, se sei blu-addicted [sic], total white, il tuo green party, green & chic, cucinare: blue link
English Mood, scegli il tuo mood
wallpaper anni ‘70, daybed 
pattern iper-materico, forma sixties
tre modi di dire outdoor, complementi d’arredo outdoor  
tutto mooolto glam, coffee-table iperglam [sic]   
soft budget, nice design, cucina young, ambiente open, temperature hot, decoro easy     
apparecchi new generation, case stress-free, il divano è un comodo no-name
mix & match, shopping in & out  
bookmaniaci, Face & cook  

I testi delle riviste italiane infarciti di parole inglesi non sono certo una novità, ho però l’impressione che la loro presenza nelle pubblicazioni destinate a un pubblico generico sia un fenomeno un po’ più recente: mi viene in mente la rivista del supermercato Esselunga, che si chiama NEWS e pullula di parole inglesi, ad es. i prodotti alimentari sono sempre  rigorosamente descritti come food. Mi domando che effetto faccia sulle persone più anziane e su chi non ha molta familiarità con l’inglese…

O forse queste riviste scelgono gli anglicismi proprio dando per scontato che il lettore tipico abbia una comprensione limitata dell’inglese? Una casa descritta come accogliente e shabby, ad esempio, può sembrare una specie di ossimoro a chi ha padronanza della lingua, Case stress-free: una villetta luminosa, accogliente e shabby al punto giusto. però immagino che il lettore tipico della rivista interpreti la parola shabby unicamente come riferimento allo stile shabby chic e ignori i significati negativi dell’aggettivo inglese (misero, squallido, in cattivo stato, degradato), e che shabby in questo uso è uno pseudoanglicismo.

Vedi anche: L’invasione degli anglicismi, Terminologia e utente tipico e un look ancora più fashion.


Aggiornamento – Dal numero di febbraio 2011 della stessa rivista, solo nelle prime 15 pagine non di pubblicità si trovano craft room, crafts, soft budget, idee express, news, cult!, city-guide, progetto crafts (con la nota del direttore “non me ne vogliano i patiti dell’italiano-a-tutti i costi ma le craft room hanno già una loro storia”), angolo crafts, stile glossy, tendenza crafts, stickers, scrapbook, la cover della poltrona minimal, atmosfera cottage, idea cool, effetto hand-made, il look tricot è molto craft (?!), animal style, masking tape (suona decisamente più cool di nastro adesivo per mascheratura!), décapé forever, bordo a crochet (francesismo usato anche in inglese; probabilmente “all’uncinetto” non è abbastanza trendy?), comfort, all white, living, stylist, mood, mission possible, cozy (spiegato traducendolo come “coccoloso”)… E anche la pubblicità non scherza: in tre pagine successive si legge more with less, living and cooking, total home design.

Vedi anche: mandarino ≠ mandarin (in un’altra rivista di arredamento, falso amico o pseudoanglicismo scelto perché sia comprensibile dal lettore tipico italiano?).

Nuovi post con altri pseudoanglicismi dell’arredamento:
Chi dice “nel mio living”?
Relooking, uno pseudoanglicismo

3 commenti su “Una casa shabby al punto giusto…”

  1. JxJ:

    Speriamo che nessuno di questi sia invitato in INghilterra o in America in qualche casa in stile “shabby chic” e dica alla padrona di casa “You have a shabby house!” pensando di sfoggiare un vocabolario avanzato e competenze di arredamento, e poi magari per ringraziare dell’ospitalità manda anche un poetico biglietto floreale con le parole “with sympathy” 😀

  2. Suomitaly

    Oggi su un noto quotidiano on-line c’era un articolo in cui risaltano due inutili termini inglesi: “animal friendly”, “screaning”.
    Mi risulta che il termine “screaning” neppure esista. Refuso digitale? 🙂

  3. Licia:

    @JxJ, with sympathy, un vero classico! 😀

    @Suomitaly, la curiosità è stata troppa e ho letto anch’io Brambilla contro Palio Siena.

    E mi è tornata in mente la versione inglese del sito della Brambilla per gli animali, Travelling in Italy with your pets, legato al famigerato portale Italia.it e di cui avevo parlato in Crocchette <> croquettes. Il messaggio di benvenuto in inglese nel frattempo è stato aggiornato ma la qualità della traduzione verso l’inglese continua ad essere pessima:

    FOUR-LEG TOURISTS: BRAMBILLA PRESENTS A GUIDE AND A SPOT

    A spot against animals’ abandon during summer and a web site and a paper guide listing all the structures where animals are welcomed. In this way, the Ministry Vittoria Brambilla has conceived the project "Four-Leg Tourists" in one year; it is dedicated to those people travelling with animals. This project has been presented on the June 11th, 2010 during a press conference in Rome. During this conference, an institutional spot has been showed: it has been realised by the Minister of Tourism and is aimed to develop a new feeling of love for animals and to improve the national tourism appeal. Together with the Ministry, the undersecretary Paolo Bonaiuti, Members of Parliaments and associations for animal rights have taken part to the conference. Moreover, the paper guide has been presented and it will be soon available in bookshops.

    Hon. Michela Vittoria Brambilla

    Minister of Tourism

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