-ese, il suffisso “che dà la parola”

Ho trovato interessante Lingua, linguacce e società, un articolo sul suffisso –ese e su come venga usato per creare nomi di linguaggi particolari, spesso con connotazioni ironiche o sarcastiche:

Lingua, linguacce e società - Treccani.it “…il suffisso -ese, tradizionalmente generatore di aggettivi e sostantivi indicanti appartenenza a realtà geografica o a entità linguistica, nazionalità, cittadinanza e simili (francese, calabrese, bolognese) si è spesso cucito addosso il grado semantico a volte scherzoso, a volte ironico, spesso polemico (se non perfino denigratorio), ricavato dall’-ese che ricalca l’-ais di franglais, per indicare un qualche linguaggio tipico di un settore della società, della politica, di una qualche disciplina o materia, di un qualche personaggio (di norma noto).”
[Treccani.it]

Tra i numerosi esempi di linguaggi tipici andrebbe aggiunto interpretese, il modo di parlare degli interpreti che Fiorello sa imitare alla perfezione. Ne ho ho letto divertita qualche giorno fa quando ho scoperto SSLMIT – fatti e misfatti (grazie Lorenza!), un blog gustosamente impietoso sull’università che ho frequentato anch’io.

Vedi anche: itanglese (sinonimo di italiese), Clausole di riservatezza nei messaggi (esempi di burocratese), Il doppiaggese, il linguaggio dei film doppiati in italiano, e Tendenze nella formazione di neologismi (meccanismi di formazione di nuove parole).