Il clima italiano visto da italia.it

Una protesta sulle tariffe pagate per la traduzione dei contenuti del portale Italia.it  (qui e qui) con commenti negativi sulla qualità delle pagine già tradotte, ma senza esempi specifici, mi ha fatto venire la curiosità di darci un’occhiata.

In effetti non c’è da stare molto allegri: traduzioni estremamente letterali, tanto che viene in mente quel famigerato invito in inglese a visitare l’Italia da parte dell’ex ministro Rutelli.

Soprattutto, però, non mi sembra siano stati fatti molti tentativi di adattare le informazioni al punto di vista dell’utente finale, il potenziale turista, come si può vedere dalla pagina in inglese sul clima, The climate in Italy [non più disponibile] . Due esempi banali ma che saltano subito agli occhi:

Estremi climatici

Per invogliare a venire in Italia chi non c’è mai stato, il clima viene descritto in questo modo: in the north the climate is harsh, with very cold winters and very hot, particularly humid summers […] intense cold season […]  the sultriness of the northern cities […]

tipico inverno italiano: biciclette a Milano, gennaio 2010Rispetto al testo originale (Nel Nord […] il clima è rigido: gli inverni sono molto freddi e le estati molto calde con alti livelli di umidità. Nel Centro […] il periodo freddo è più breve e meno intenso e l’estate è più lunga, ma difficilmente c’è l’afa che colpisce le città settentrionali), tutto sommato accettabile dal punto di vista di chi vive in Italia (equivale alle informazioni dei testi scolastici, quindi fa parte delle conoscenze comuni di tutti gli italiani), nella traduzione sono state enfatizzate alcune descrizioni negative, tra cui collocazioni italiane come clima rigido e inverno rigido che, secondo me, non andavano interpretate letteralmente ma “localizzate”.

Se il testo promozionale turistico fosse stato scritto direttamente in inglese, gli aspetti meno gradevoli del clima sicuramente sarebbero stati smorzati, specialmente nel caso di destinatari che vivono in climi decisamente meno favorevoli del nostro (si può fare un confronto con le stesse informazioni date dalle guide turistiche, che danno un’immagine positiva del clima italiano e indicano anche i periodi migliori per visitare il paese, ad es. la Rough Guide dà queste indicazioni: Italy’s climate is one of the most hospitable in the world, with a general pattern of warm, dry summers and mild winters. There are, however, marked regional variations ). Ma forse quella di Italia.it è una scelta voluta, per rafforzare lo stereotipo della tendenza italiana all’esagerazione?!?

Localizzazione delle temperature

Nella pagina sul clima vengono indicate temperature medie per tre città, una per ciascuna area climatica, ma senza specificare quale, quindi dando per scontato che anche chi non è italiano sappia fare la giusta associazione. Le temperature sono in gradi Celsius e le precipitazioni in mm, dati del tutto insignificanti per potenziali turisti americani abituati ai gradi Fahrenheit e ai pollici e per i quali andrebbe prevista la doppia tabella o l’opzione di conversione, cfr. Problemi di conversione (e di localizzazione) su convenzioni culturali e unità di misura.


Aggiornamento giugno 2013 – La grafica del sito è stata cambiata ma le traduzioni non sono state riviste e contengono ancora errori tipici di chi traduce verso una lingua che non è la propria. Nella pagina The climate in Italy [non più disponibile], alcune frasi sono state tagliate e c’è un tentativo maldestro di localizzazione, come si può vedere dalla tabella del clima di Milano:

versione inglese del clima di Milano in Italia.it

La combinazione di temperature in gradi Fahrenheit e precipitazioni in millimetri non ha senso: i primi sono usati solo negli Stati Uniti (e pochissimi altri paesi), dove il sistema metrico risulta praticamente incomprensibile; viceversa, chi è abituato ai sistema metrico difficilmente trova significative le temperature “americane”.

Mi sembra anche poco appropriato mantenere i decimali che risultano dalla conversione di temperature medie: sarebbe stato più opportuno arrotondare i numeri.


Vedi anche: Localizzazione… e visioni del mondo su conoscenze enciclopediche e punti di vista diversi in base al mercato e Crocchette ≠ croquettes per altri esempi di traduzioni poco felici in un sito del Ministro del Turismo.


Aggiornamento aprile 2023 – A distanza di 13 anni il portale italia.it torna a far parlare di sé, tra cui problemi di traduzione che nel frattempo sono diventati di traduzione automatica: alcuni esempi nei commenti a Open to Meraviglia… and to perplessità.

4 commenti su “Il clima italiano visto da italia.it”

  1. Vlad:

    Non mi esprimo sugli strafalcioni, e l’offerta dei nove euro lordi a cartella parla da sé.
    Mi viene solo da sorridere a mezza bocca per la misura della cartella: 2600 battute, quando la cartella standard nell’editoria è 1800, raramente arrotondate a 2000. È il solito fenomeno dell’unità di misura che cambia a seconda che si stia vendendo o comprando.
    In informatica lo sperimentiamo tutti i giorni, quando viene misurato lo spazio in modi approssimativi sfruttando l’ambiguità fra Mb e Gb “decimali” (milione e miliardo di byte) e i loro corrispondenti “binari” (2^20 e 2^30 byte). La cresta che si riesce a fare supera il 7% misurando in “giga” e quasi raggiunge il 10% misurando in “tera”.

  2. Licia:

    @Vlad: a rendere meno facile il lavoro dei traduttori credo sia anche il materiale originale italiano, pieno di descrizioni che, analizzate, non sono molto significative (dubito, ad es., che chi si sia trovato a tradurre “una terra al plurale” abbia avuto molto tempo per ragionarci sopra, producendo così l’infelice “a plural region”). Ci sono alcuni dettagli che fanno addirittura pensare che sia stata presa ispirazione da siti a loro volta tradotti dall’inglese, ad esempio Mappa (collegamento in alto a destra sulla barra principale del sito) pare un calco dall’inglese Map, visto che porta a una pagina con una carta geografica dell’Italia e non alla mappa del sito, o addirittura a una mappa del tesoro (tra l’altro nella pagina sono state “dimenticate” varie parole in inglese), oppure la funzionalità di ricerca che si chiama Cerca Italia (si è persa?) o il collegamento Naviga gli eventi del Ministero dei Beni Culturali (dei calchi sintattici con cercare e navigare ne avevo parlato qui e qui).

    Poi immagino non sia stata messa a disposizione dei traduttori una guida di stile che indichi, ad esempio, se per le scelte lessicali debbano attenersi all’inglese britannico (ad es. holiday, motorway) o a quello americano (es. vacation, highway), visto che appaiono entrambe le varietà.

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