…ancora sull’uso dello scanner

Il 18 gennaio 2010 Stefano Bartezzaghi in la Repubblica:

C’è qualcosa di persino commovente nell’ansia con cui una quota di parlanti, minoritaria ma cospicua, cerca risposte certe in merito alla nostra lingua nazionale.” […] “Un linguista non può minimamente legiferare, neppure in fatto di lingua, ma è al servizio di fenomeni spontanei che possono solo essere registrati e studiati”.

È proprio quello che succede nel caso di scansionare, scansire, scandire, scannerizzare (ad es. nel forum Scioglilingua la settimana scorsa): il desiderio di molti parlanti di sapere quale sia il termine “giusto” e contemporaneamente una certa resistenza ad accettare il parere di fonti come l’Accademia della Crusca o il Portale Treccani che confermano che tutte le alternative citate sono accettabili da un punto di vista linguistico perché rispettano i meccanismi per la formazione di nuove parole.

Si potrebbe allora tentare qualche ipotesi sui motivi che stanno portando all’affermazione spontanea del verbo scannerizzare, facendo una carrellata sulle varie opzioni:

Nel 1996 il linguista Giovanni Adamo scriveva “Nel caso dell’informatica, si riscontra un rapporto particolarmente difficile fra la terminologia ufficiale —attestata nelle pubblicazioni scientifiche, nei manuali, nei programmi e nei dizionari specialistici — e il gergo parlato nei centri di sviluppo del software e di elaborazione dei dati. […]. La terminologia informatica in lingua italiana appare spesso guardinga e tende a preferire il prestito più che il conio di nuovi termini.”  Anche se divario tra terminologia “ufficiale” e gergo informatico (e, aggiungo io, lessico dell’utente finale) non è più così marcato come 15-20 anni fa, non è stato eliminato del tutto: eseguire la scansione sopperisce all’impossibilità del prestito non integrato ed evita il conio di un neologismo (altri dettagli qui) ma può darsi venga percepito come eccessivamente formale e non sia quindi riuscito a entrare nel linguaggio standard per questioni di lunghezza e di registro. Probabilmente anche digitalizzare, per quanto immediatamente comprensibile, viene avvertito come un termine troppo specializzato da chi non ha competenze tecniche estese.  
Le parole del lessico italiano evidenzia che un forestierismo, quale un calco o un prestito, “acquisisce abitualmente un valore monosemico, serve cioè a far riferimento a un solo oggetto o a un solo concetto”. Si può ipotizzare che i verbi scannare e scandire non si siano imposti perché sono già associati ad altri concetti e quindi non rispettano questo criterio.
Nella creazione di nuovi verbi si ricorre soprattutto alla suffissazione, di solito con –are o –izzare, con una marcata preferenza per i verbi della prima coniugazione: forse è per questo che scansire, della terza, non ha avuto molto successo? Potrebbe anche darsi che alcune flessioni di scansire vengano avvertite come forme errate del verbo scansare e quindi evitate.
Il derivato verbale denominale è uno dei tipi più comuni di formazione di verbi e spesso ha come base il nome dell’oggetto prodotto dall’azione che si vuole descrivere, ad es. film → filmare, cloneclonare, ecc. Il verbo scansionare avrebbe quindi tutte le carte in regola per imporsi, ma così non è stato, se non tra chi ha competenze tecniche. La mia impressione è che non tutti i parlanti associno scansione in modo univoco al concetto di “immagine acquisita digitalmente” (può infatti avere altri significati) e come conseguenza anche al verbo scansionare venga a mancare il valore monosemico che invece ci si aspetterebbe. Questo potrebbe spiegare perché sono nati altri due verbi che hanno come base lo strumento usato per compiere l’azione, sul modello di telefono → telefonare, computer computerizzare, e che, tra scannerare e scannerizzare, sia prevalso il secondo perché percepito come meno gergale o comunque più facilmente ricollegabile a scanner.

Grazie a Enrico, .mau., Elio e Paolo che con i loro commenti mi hanno suggerito queste considerazioni. 

Vedi anche: Tendenze nella formazione di neologismi, sui meccanismi di nascita di nuove parole, e decifrare, decodificare, decrittare, decriptare, sulle differenze tra lessico comune (parole) e lessico specializzato (termini).

2 commenti su “…ancora sull’uso dello scanner”

  1. Paolo:

    Complimenti per l’approfondimento!

    Certo, lo scanner inteso come periferica del computer probabilmente sta conoscendo una fase di declino, ma non si può dire lo stesso dei “body scanner”, che per ora stanno cavalcando l’onda dei mass media.

  2. Licia:

    @Paolo: e chissà per quanto tempo si continuerà a parlare di body scanner, in effetti un po’ inquietanti!
    Ricordo invece una certa effimera popolarità di altri scanner, quelli per captare le frequenze radio: ai tempi dei primi telefoni cellulari c’era chi si divertiva a usarli per “intercettare” le telefonate altrui, spesso tra amanti. De gustibus…

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