Differenza singolare: election ≠ elezione

Prendo spunto per un’osservazione grammaticale da un dettaglio di una citazione riportata da vari media italiani:

Citazione “Credo che una nuova elezione sia l’unico modo per consentire un processo decisionale sano e aperto sul futuro di Israele”, frase pronunciata da Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato degli Stati Uniti, criticando il govenro di destra di Benjamin Netanyahu

Frase originale:

I believe a new election is the only way to allow for a healthy and open decision-making process about the future of Israel, at a time when so many Israelis have lost their confidence in the vision and direction of their government.

Chi ha tradotto non ha tenuto conto di una differenza d’uso tra inglese e italiano per due parole apparentemente equivalenti, election ed elezione.

In inglese la parola election al singolare può indicare:

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“in un polmone di ferro”

Gli errori di traduzione nei media non sono dovuti solo a scarse competenze linguistiche ma anche a ignoranza generale, come in questi esempi di notizia dagli Stati Uniti della morte di un poliomielitico noto per le sue vicissitudini:

Titolo inglese: “Paul Alexander, ‘Man in the iron lung’ dies at the age of 78. Titoli italiani: “Muore a 78 anni Paul Alexander, guarito dalla poliomielite e vissuto in un polmone di ferro”; “È morto l’uomo che ha vissuto 7 anni nel polmone di ferro”; “È morto l’uomo dal polmone di ferro”

Ci si aspetta che chi si occupa di informazione professionalmente abbia perlomeno qualche rudimento di evoluzione della sanità nel XX secolo e di cosa ha comportato per la società. A quanto pare non è il caso di chi ha prodotto i titoli qui sopra (e relativi articoli).

Tradurre iron lung letteralmente con polmone di ferro anziché polmone di acciaio significa ignorare l’impatto delle infezioni da poliomelite, in particolare su generazioni di italiani nati prima degli anni ‘60, quando non esisteva ancora il vaccino antipolio. Significa non sapere che nelle forme più gravi la paralisi causata dalla malattia comprometteva la capacità respiratoria e costringeva a vivere rinchiusi in un respiratore automatico che determinava movimenti passivi della parete toracica, il polmone d’acciaio.

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Hijacking: non solo dirottamenti

Ha ricevuto molta attenzione una frase pronunciata alla cerimonia degli Oscar 2024 da Jonathan Glazer, regista di The Zone of Interest (La zona d’interesse), premiato come miglior film internazionale.

Foto del discorso di ringraziamento di Jonathan Glazer agli Oscar con le sue parole “Right now we stand here as men who refute their Jewishness and the Holocaust being hijacked by an occupation which has led to conflict for so many innocent people, whether the victims of October 7 in Israel or the ongoing attack on Gaza”

Nei media italiani e sui social molti hanno tradotto il verbo hijack con dirottare, il significato più noto ma irrilevante in questo contesto, e ne sono risultate frasi poco sensate (esempi sotto). Glazer invece ha fatto ricorso a un’accezione metaforica comune ma evidentemente sconosciuta a chi ha improvvisato la traduzione.

Hijack e altri –jack

In inglese hijack non significa solo dirottare un mezzo imponendo una nuova rotta, ma anche rapinare merci o altro bloccando un veicolo in transito. Da queste accezioni originarie sono derivati vari usi figurati, ad es. in informatica indica prendere il controllo non autorizzato di un computer o di un sistema. In altri contesti, più genericamente, hijack significa impossessarsi di qualcosa per un uso diverso e a proprio vantaggio, una metaforica appropriazione indebita che è l’accezione usata da Glazer.

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Ipervaccinazione x 3

Ha fatto notizia uno studio condotto in Germania che ha rivelato che non c’è stata alcuna conseguenza negativa per un singolo individuo tedesco vaccinato 217 volte contro il Covid.

Titolo dello studio pubblicato su The Lancet Infectious Diseases: “Adaptive immune responses are larger and functionally preserved in a hypervaccinated individual”. Frase da articolo in inglese: “it therefore appears to be the case that the hypervaccination has not damaged the immune system as such”. Titolo in italiano: “Germania, un uomo si è fatto vaccinare 217 volte contro il Covid (senza effetti collaterali). Il 62enne è stato contattato da un team di ricercatori, desiderosi di indagare sulle conseguenze immunologiche dell’ipervaccinazione”

Se ne discute ricorrendo ai termini hypervaccination / hypervaccinated in inglese, Hypervakzinierung / hypervakziniert in tedesco e ipervaccinazione / ipervaccinato in italiano. Sono internazionalismi a cui non vengono date spiegazioni: in questo contesto è chiaro che indicano un numero di dosi di vaccino estremamente superiore alla norma.

I termini risultano trasparenti perché riconosciamo subito il prefisso di origine greca iper- che nelle parole composte della terminologia scientifica significa “sopra”, “oltre” e può indicare qualità, quantità o condizioni in grado superiore al normale o anche eccessivo.

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Secondo la Farnesina 2º si scrive 2ndo

Tweet del Ministero degli Esteri per il secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina:

tweet del 24 febbraio 2024 dal profilo @ItalyMFA del Ministero degli Esteri: “#24febbraio | Nel 2ndo anniversario dell'invasione russa su larga scala dell'Ucraina, i Ministri degli Esteri #G7 esprimono il loro pieno sostegno a Kiev per raggiungere una pace giusta e duratura. #StandWithUkraine per tutto il tempo necessario. #SlavaUkraini”

Come si dovrebbe leggere 2ndo, forse “duendo” o “dundo”?

Numeri ordinali in italiano

Chi ha scritto il tweet a quanto pare ignora che in italiano i numeri ordinali da primo a nono e i numeri ordinali a cifra tonda (decimo, centesimo, millesimo…) di solito si scrivono in lettere.

Solo se nello stesso contesto appaiono anche ordinali successivi, che però non è il caso del tweet ministeriale, per coerenza si ricorre alla scrittura in cifre arabe per tutti i numeri: si aggiunge al numero in posizione di esponente la lettera finale (solo una!) indicativa di genere e numero, quindi anniversario, ricorrenza ecc. In alternativa, si può ricorrere al circolino alto, .

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Giochi di parole con lingue altrui: Tapiss

Un marchio italiano di tappetini igienici per cani visto da @ScaryItalian:

Immagine del prodotto TAPISS, tappetini igienici per cani con angoli adesivi

Tapiss è una parola macedonia ibrida che si direbbe formata dalla parola italiana tappetino e dalla parola inglese piss, richiamata sia dal colore della confezione che dall’immagine stilizzata del cane con zampa posteriore alzata. In alternativa, il primo elemento potrebbe anche essere la parola francese tapis, tappeto, combinata con la parola inglese piss

Il cane che fa l’occhiolino fa supporre che il nome Tapiss voglia essere ironico. Mi chiedo però se chi l’ha ideato si renda conto che in inglese piss è una parola volgare, inadatta per un marchionimo: sarebbe come se all’interno di un nome italiano si usasse la parola piscio.

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Inglese farlocco con zeppa: Hippodrhome

Immagine della statua nota come “cavallo di Leonardo” dal sito Hippodrhome.it con descrizione “Hippodrhome sorgerà proprio accanto a un vero tempio, l’Ippodromo del Galoppo di San Siro. Un’area verde dedicata interamente agli appassionati di equitazione di ogni età, per sentirsi ancora più vicini alle proprie passioni”.

Dubito che chi ha ideato il nome Hippodrhome per un nuovo complesso residenziale a Milano sia consapevole che ippodromo nel senso di impianto in cui si svolgono le corse ippiche in inglese non si dice hippodrome: sono falsi amici. L’ippodromo di San Siro si descrive come racecourse in inglese britannico e racetrack in inglese americano.

In inglese la parola hippodrome esiste ma condivide con l’italiano solo l’accezione storica e archeologica di luogo destinato alle corse dei cavalli e dei carri dell’antica Grecia ma anche del mondo latino. In contesti moderni hippodrome può far parte del nome di teatri di varietà, arene o altri luoghi di intrattenimento (come ad es. a Londra il casinò The Hippodrome di Leicester Square).

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Boppone fa rima con copione!

Nei commenti dei social sulle canzoni del festival di Sanremo 2024 imperversa la parola informale boppone. Ne ho già descritto significato e origine in un post del 2023 che solo ieri ha avuto più di 9000 visualizzazioni!

link al post Bopponi incredibili di maggio 2023

La mia definizione di boppone: una canzone “che spacca”, orecchiabile, molto accattivante, che colpisce fin dal primo ascolto, con un ritmo che invoglia a ballare.

Adesso anche i media generalisti hanno scoperto il neologismo e per spiegarlo che c’è chi attinge al mio post ma senza citare la fonte. Esempio:

Titolo del Corriere della Sera, Redazione Login: “Boppone, il significato della parola usata sui social per commentare le canzoni di Sanremo”. Sottotitolo: “ Su X in tanti scrivono «Questa canzone è un Bop!», «Hai fatto un boppone». Cosa significa?”

Notate anche voi qualche somiglianza in questi esempi di frasi a confronto?

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Hamamelis, una pianta “stregata”

foto di fiori gialli e arancione di amamelide

Tra le piante che fioriscono in inverno c’è l’amamelide (nella foto hamamelis x intermedia), un arbusto di origine americana che mi affascina per i fiori con petali nastriformi che si aprono srotolandosi, come minuscole lingue di suocera. 

In inglese l’amamelide si chiama witch hazel, un nome che rimanda al nocciolo (hazel) perché le foglie sono simili, e che potrebbe far pensare che un tempo la pianta venisse usata dalle streghe (witch) per qualche pozione, anche perché l’amamelide è effettivamente usata in erboristeria. Ma non è così.

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Virgolettati che impongono “italiani”

In Virgolettati fantasiosi (e “fumosi”) ho descritto l’abitudine dei media italiani di non riportare fedelmente le parole altrui, come ci si aspetterebbe quando sono racchiuse tra virgolette, ma di darne interpretazioni arbitrarie.

Non sempre è facile verificare se la citazione è corretta, ma in questo esempio di un tweet del TG1 RAI con video associato è palese che il virgolettato non corrisponde a quanto effettivamente pronunciato:

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IT-Alert: simulando incidenti, trascurando la comunicazione

Il 22 gennaio 2024 è iniziata la seconda fase di test del Sistema nazionale di allarme pubblico IT-alert con un messaggio inviato a Torino e dintorni:

tweet di @Italertgov del 22 gennaio 2024: “In programma oggi un test #ITalert per rischio incidente nucleare. Se ti troverai nel territorio della Città metropolitana di Torino nelle aree limitrofe riceverai sul tuo cellulare questo messaggio: TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente nucleare in un impianto sito in paese estero con potenziali ripercussioni nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente nucleare vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

Dopo aver letto il testo del messaggio non posso che ripetere quanto ho osservato lo scorso giugno in IT-alert, aspetti linguistici migliorabili a proposito dei messaggi della prima fase:

È davvero la formulazione più efficace per una comunicazione di emergenza rivolta a tutti i cittadini, o si potrebbe migliorare?

Va considerato che questo tipo di messaggio viene ricevuto anche persone con bassa scolarizzazione, con difficoltà cognitive e da stranieri che non padroneggiano perfettamente l’italiano. Il testo dovrebbe quindi essere il più possibile semplice e facilmente comprensibile, ma non mi pare che il messaggio di oggi lo sia del tutto.

Simulando la comprensione…

Dubito che chi ha formulato il messaggio abbia riflettuto sulla sua effettiva comprensibilità: non si spiega altrimenti la scelta di una frase poco lineare, con formulazioni tipiche del burocratese e parole potenzialmente ambigue come sito (potrebbe essere confuso con il sostantivo!):

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I segnali discorsivi di Sinner (senza onestà!)

Dal mondo del tennis, uno scambio di battute tra un divertito ma imbarazzato Jannik Sinner e l’intervistatore Jim Courier che gli aveva chiesto insistentemente cos’avesse di speciale la sua racchetta:

Foto di Courier e Sinner con fumetti: 1 Sinner: “honestly many players ask me what racket I play with. I think it’s a really normal racket… to be honest. Honestly, if I’m honest with you…” 2 Courier: “You keep saying ‘honest’ which tells me you’re lying… Come clean man.”  3 Sinner:  “I don’t really know the stats of the racket … to be honest”
fotogramma da Jannik Sinner On-Court Interview | Australian Open 2024 Third Round

Sinner parla correntemente inglese e qui premette ciò che sta per dire ricorrendo alle espressioni honestly e to be honest, paragonabili in italiano a “davvero”, “a dire il vero”, “a essere sincero”, “in tutta sincerità”.

In entrambe le lingue questi elementi sono segnali discorsivi, parole o locuzioni tipiche della lingua parlata che hanno valore pragmatico ma scarso contenuto informativo: possono essere eliminati senza che ne risenta il senso della comunicazione. I segnali discorsivi possono avere vari tipi di funzione, ad esempio modale (servono a esprimere atteggiamenti, sensazioni o stati psicologici del parlante) e fàtica (servono a stabilire e mantenere contatto con l’interlocutore), e possono anche variare in base al contesto, alla posizione nella frase, a come vengono pronunciati ecc.

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Trattamenti delle reali condizioni benigne

L’attenzione dei media italiani per la salute dei reali britannici è inversamente proporzionale a quella per l’accuratezza delle traduzioni. Abbondano infatti calchi e falsi amici, come in questo esempio:

Per Carlo le preoccupazioni appaiono limitate, stando alle nota di Buckingham Palace. “Come è comune a migliaia di uomini (over 50) ogni anno, il Re - vi si legge - verrà sottoposto a un trattamento della prostata ingrossata”. “La condizione di Sua Maestà è benigna - recita poi il testo, con una precisazione non contenuta nel comunicato sul ricovero della principessa di Galles - ed egli sarà ammesso in ospedale la settimana prossima per una procedura correttiva”.

Trattamento della prostata ingrossata: in ambito medico il calco trattamento [inglese: treatment] è così frequente che non può essere considerato un errore, ma nel senso di terapia, cura o cure va seguito dalla preposizione per.

Condizione [inglese: condition] anziché patologia, disturbo, affezione ecc. è un falso amico che ho già descritto in Causa del decesso: “condizione medica”.

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IT-Wallet? C’è già portafoglio digitale

La terminologia fa notizia! Alcuni titoli del 15 gennaio 2024:

Accademia della Crusca, “It Wallet? Meglio chiamarlo Portafoglio It” - Gli esperti della lingua italiana: “Nome inopportuno, aggiunge un inutile anglismo alla serie già troppo numerosa che pervade la nostra vita sociale”; 2 L’Accademia della Crusca bacchetta il governo: meglio Portafoglio It; 3 Crusca, "It Wallet? Meglio Idit - Portafoglio italiano"; 4 Sos lingua italiana, ma che “Wallet”, meglio “Portafoglio IT”: dalla Crusca avviso ai naviganti e agli anglofoni incalliti

Il riferimento è a Gruppo Incipit, comunicato n. 23: Wallet? No, meglio IDIT – Il Portafoglio Italiano! (Accademia della Crusca) in cui viene criticata la scelta dello pseudoanglicismo IT Wallet con cui il governo avrebbe deciso di denominare il “portafoglio digitale che conterrà i documenti personali digitalizzati come la patente e la tessera sanitaria”.

Sono del tutto d’accordo con l’affermazione del Gruppo Incipit che “è invece utile battezzare il nuovo strumento in italiano, visto che ci si rivolge a tutti i cittadini, non solo agli esperti informatici”. È un nome inadatto alla comunicazione istituzionale, soprattutto per uno strumento che si prevede estremamente rilevante: non ci si può aspettare che tutti conoscano il significato della parola inglese wallet e della sua accezione digitale.

È anche potenzialmente ambiguo: le due lettere IT in questo caso vanno interpretate come Italian o Italy, e non Information Technology, come in inglese. Si tratta infatti dell’implementazione italiana di un progetto europeo, l’Identità digitale europea, di cui a quanto pare non si è tenuto conto nella scelta del nome:

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IA con rigurgiti: falsi amici vs pappagalli!

Spunto per una discussione sul neologismo semantico inglese regurgitation nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa:

tweet da Ivo Silvestro: Un dubbio per @terminologia: come traduciamo “regurgitation” (quando una IA generativa ripropone tale e quale un contenuto su cui è stata addestrata), usato ad esempio da OpenAI nella loro presa di posizione?

Il riferimento è alle accuse del New York Times che ChatGPT, prodotto di OpenAI, anziché generare contenuti ad hoc darebbe risposte che riproducono letteralmente testo da articoli del NYT protetti da copyright.

OpenAI spiega che è un bug infrequente che stanno cercando di eliminare; è un comportamento anomalo che viene descritto come regurgitation:

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